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Chi tutela gli stagisti invisibili?

Ieri alle 21 Lo Stagista Parlante ha condiviso sulla sua bacheca FB l’evento in diretta dal titolo “Chi tutela gli stagisti invisibili?”promosso dal gruppo Lo stagista frus(r)ato. Hanno partecipato al dibattito tre Parlamentari (due di questi Millennials) l’On. Massimo Ungaro (Italia Viva), l’On. Chiara Gribaudo (PD) e l’On. Wanda Ferro (Fratelli d’Italia). Sono intervenuti anche Eleonora Voltolina (fondatrice della Repubblica degli Stagisti) e Pietro Galeone (Responsabile Lavoro dei Giovani Democratici Milano). [Puoi vedere il video dell’evento in fondo all’articolo]locandina evento

Si è voluto cercare di dare innanzitutto delle risposte ai migliaia di stagisti che sono stati ignorati dal Decreto Rilancio e capire quali proposte ci sono sul tavolo per migliorare le condizioni dello stagista italiano nel breve e nel lungo termine.

Lo stage non retribuito è veicolo di immobilismo sociale

La discussione inizia con la grande premessa che non bisogna demonizzare lo stage in quanto è un grande strumento formativo per i giovani. Sono gli stage “selvaggi”  che vanno combattuti, ovvero quelli utilizzati in maniera impropria  senza garanzie e tutele. In particolare l’On. Ungaro ha sottolineato l’importanza della retribuzione per impedire immobilismo sociale: non tutti infatti hanno situazioni economiche tali da permettersi esperienze formative a costo zero nei grandi centri urbani.

Se da un lato lo stage curricolare presenta risultati soddisfacenti in termini formativi, lo stage extra-curricolare risulta quello maggiormente abusato. Ricordava Pietro Galeoni che secondo una statistica ANPAL “il 7% dei tirocini attivati tra il 2017 e il 2018 sono svolti da over 40” una cosa da ritenere immorale per un paese costituzionalmente fondato sul lavoro.

Gli stagisti non considerati nelle misure contro la pandemia

L’On. Ferro ha sottolineato come già con lo scorso provvedimento detto Cura Italia ci sono stati dei tentativi per prevedere dei sussidi anche per la categoria dei tirocinanti attraverso l’emendamento 44.2 a prima firma Gribaudo poi non più segnalato. Continua dicendo che è stato presentato un ordine del giorno con la sua firma durante le discussioni dell’attuale provvedimento, accolto dal governo ma che poi non è stato preso in considerazione. “Per quanto mi riguarda un emendamento a questo ulteriore decreto l’ho depositato con l’impegno che qualora venga fuori (e ne sono sicura) dal PD si avrà il mio ampio appoggio” conclude la Ferro.

Per Eleonora Voltolina è molto grave che il governo abbia licenziato un testo senza considerare minimamente gli stagisti. “Adesso possiamo dire che il lavoro per la conversione in legge per questo decreto potrebbe portare qualcosa per gli stagisti però non possiamo negare che stiamo perdendo tempo” che poteva essere risparmiato se il governo avesse inserito nero su bianco aiuti per gli stagisti come si era impegnato a fare accogliendo i vari ordini del giorno.

A chi sostiene che il Reddito di Emergenza (Rem) è la soluzione per dare un aiuto ai tirocinanti, sia Eleonora Voltolina che Pietro Galeoni hanno sottolineato che il Rem non è un sussidio ad-hoc per gli stagisti ma è legato al nucleo familiare. Questo fa si che solo alcuni stagisti, alias quelli che hanno uno stato di famiglia a sé stante, potrebbero ricevere il Rem. Il non aver previsto nessun sussidio specifico per lo stagista rallenta l’emancipazione del giovane. Per Eleonora Voltolina bisogna agire, non importa se questo sussidio sia distribuito dallo Stato centrale o dalle singole Regioni.

Interrompere il circolo vizioso dello stage agendo sulla durata

La distinzione netta che si fa in Italia tra stage curricolare ed extra-curricolare è, secondo Eleonora Voltolina, impropria che ha creato stagisti di serie A e stagisti di serie B, quando quello che differenzia queste due tipologie di stage è il fatto di essere svolti prima o dopo la laurea. Quello su cui bisogna intervenire è la durata dello stage.

La proposta di legge Ungaro, non ancora calendarizzata, prevede maggiori tutele e retribuzioni per gli stage svolti in periodi lunghi sia che questi siano curricolari che extra-curricolari. Quindi “lasciare con meno tutele” soltanto i tirocini brevi fatti per avere le 150 ore necessarie per raggiungere dei crediti formativi.

Una delle nostre domande agli ospiti riguardava lo status dello stage, che non essendo un contratto impedisce certe tutele. La soluzione non è rendere lo stage un contratto, ma incentivare i mezzi già disponibili come l’apprendistato. Non è infatti lo stage di per sé il problema ma il suo utilizzo improprio e non come semplice introduzione al mondo del lavoro. “Bastano 30 minuti di colloquio per capire se ad una persona si vuole dare una chance dopodiché occorrono 3 o4 mesi per capire se quella persona è un fit giusto per l’azienda” dice Pietro Galeone.

Le difficoltà dei giovani italiani sono anche dovute a ragioni culturali

Il tema della precarietà e degli stage selvaggi è connesso anche con la fuga dei cervelli formati dalle nostre università e che poi decidono di partire. Per Ungaro il problema non è solo economico ma anche culturale e riguarda la poca importanza che nella società si da al ruolo dei giovani nel mondo del lavoro, “è incredibile la disparità di retribuzioni quando dei sottoposti hanno competenze telematiche ben superiori ai propri superiori e vengono retribuiti di meno”.

Oggi si parla, di mettere pezze e  tamponare problemi dovuti a scelte sbagliate del passato,  che adesso stanno emergendo. Scelte che portano a concentrarsi poco sui giovani e sul loro futuro.

Forse anche perchè, e lo ha anche esplicitato l’On. Gribaudo, ci sono organizzazioni e portatori di interesse che fanno sentire più forte la loro voce: quindi è importante imparare a fare “sana Lobby”.

Insomma da questo evento è emerso quanto il diventare Stagisti Parlanti e far sentire la propria voce sia essenziale per raggiungere gli scopi. Abbiamo capito che c’è chi è disposto a portare avanti le nostre battaglie nei palazzi del potere, sia da destra che da sinistra.

Ma occorre una forte partecipazione anche da parte nostra:FACCIAMO SENTIRE CHE ESISTIAMO!

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