Quanto è importante l’architetto? Riflessioni e consigli

Ho meditato a lungo sull’oggetto del mio primo articolo, la ricerca includeva macro categorie ed escludeva argomenti settoriali del quale si prevede verranno trattati in un futuro prossimo. Pertanto, con la volontà di inaugurare con un tema che facesse da copertina, ho cercato sinteticamente di analizzare e fare chiarezza circa la figura dell’architetto in una società contemporanea dove l’idea su tale professione risulta nebbiosa e incerta.

Considerata la più umanistica tra le discipline scientifiche ma anche la più scientifica tra le umanistiche, la professione dell’architetto si colloca a cavallo tra due mondi apparentemente antitetici e lontani, ponendosi di fatto in una posizione di raccordo alla multidisciplinarità sia intellettuale e letteraria che scientifica.

L’architetto è un tecnico-professionista permeato da continui impulsi e tentazioni provenienti dal mondo esterno, un saggio osservatore dei cambiamenti in atto, un operatore lungimirante in grado di carpire il mondo di domani, un esteta, un creativo, uno stratega, un “sociologo”, un avanguardista, ma anche un artigiano, un artista, un intellettuale oltre che un “visionario”. Esso è la figura professionale massimamente esperta della progettazione alle sue diverse scale, specialista di restauro, paesaggio e disegno.




 

Storicamente rappresenta la figura di riferimento nel processo di modificazione antropica dei luoghi e per riflesso di mutazione della società. La stessa società (quella italiana) che a causa dell’ignoranza oggi non riconosce più, in modo chiaro e tangibile, il peso specifico dell’operato di una categoria determinante per le sorti del presente e del futuro. Probabilmente la colpa è da attribuire in parte all’architetto e agli Organi stessi a cui esso fa riferimento che non hanno saputo proteggere, valorizzare e innovarsi ma che ancora di più non hanno saputo instaurare nel cittadino medio il vero valore etico, conoscitivo, economico e di responsabilità che un lavoro di progettazione architettonica sottende.

La risultante di tale processo involutivo sono le città e i paesi italiani che oggi versano in una condizione critica da un punto di vista urbanistico e soprattutto identitario.

Non si riesce a comprendere che l’architettura e l’architetto costituiscono potenzialmente il volano di un virtuoso miglioramento sotto ogni aspetto, quindi sulla quale investire.

Il turismo, ad esempio, trova uno dei suoi fondamenti nell’architettura. Quando organizziamo un viaggio e decidiamo una meta, la scelta è quasi sempre motivata dalla bellezza architettonica e naturale del luogo.

 

[…] Disse che la gente delle città belle era anche buona, né più né meno come la gente delle città brutte era anche cattiva. Le città belle, cioè, avevano anche questo merito: di render la gente brava e buona […] Più una città era bella, diceva, e più la gente vi aveva modo di essere buona. Vi aveva di che rallegrarsi di più».[1]

 

Innumerevoli sono gli esempi, tra cui la città di Bilbao, rivitalizzata da un virtuoso piano urbanistico del 1989 di cui ricordiamo il Museo Guggenheim di Gehry e che oggi rappresenta uno dei principali poli economici e culturali spagnoli. Ne è un esempio in fieri la piccola realtà siciliana della città di Favara dove per mezzo dell’architettura promossa da Farm Cultural Park oggi si è riusciti ad evadere da un sentimento di immobilismo ed accogliere un processo di rivitalizzazione identitaria, culturale ed economica.

 

Nel privato? Nel privato la situazione è assai analoga. Le sorti di un’attività commerciale o di una semplice residenza trovano risposta nella figura dell’architetto che più di ogni altro riesce a concretizzare i desideri latenti del committente e nello stesso tempo riesce ad indirizzarlo verso traguardi lungimiranti, estetici e più funzionali per lui. Riesce, inoltre, a coordinare il processo progettuale e cantieristico trovando soluzioni più vantaggiose anche in termini tempistici ed economici.

Sì, al contrario di quanto si potrebbe pensare, la parcella dell’architetto rappresenta un investimento al risparmio sia in conseguenza a soluzioni tecniche più vantaggiose, sia nella plusvalenza dell’immobile a lavori ultimati, che nell’inserimento vincente nel mercato, nel caso di attività commerciali.

 

Dico sempre ai miei clienti di risparmiare su un complemento di arredo, domani  rimpiazzabile, che sulla parcella dell’architetto dalla quale pendono le sorti intere dell’immobile.

 

Io e la mia equipe stiamo investendo sull’innovazione, curiamo il progetto nel modo più esauriente e partecipato, dalla strategia d’investimento iniziale fino alla promotion e brand identity attraverso i sistemi digitali più innovativi, ogni lavoro è trattato come il più importante, come unico ed esclusivo, come opera d’arte, nella convinzione che ogni progetto è un’opportunità per tutti.

 

Il consiglio ai giovani laureati, ai futuri architetti e designers che rappresentano una grossa fetta di followers dello Stagista Parlante è proprio quello di innovarsi e inventarsi continuamente, è quello di offrire un prodotto o un servizio che esca fuori dagli standard e dalla sfrenata concorrenza, è quello di investire su nuovi canali, è quello di essere sempre un passo innanzi.

 

Ai lettori che si trovano indecisi se assoldare un architetto dico loro che affidarsi a un professionista per la progettazione della vostro immobile vuol dire investire le tue risorse nel modo giusto, vuol dire concretizzare i sogni di una vita, vuol dire dormire sonni tranquilli.




[1] E. Vittorini, Le città del mondo, in Le opere narrative, Vol II, Meridiani Mondadori, Milano, 1974, pp. 381-383

 

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