Nel mondo del Social arrivano anche gli A.Social
Questo articolo è in cantiere da molto tempo, non perché non avessi voglia di scriverlo ma in quanto ho trovato grande difficoltà a non essere pedante da un lato e semplicista e banale dall’altro.
I social network sono ormai parte della nostra quotidianità, possiamo negarlo oppure no! Ci sono social per mantenere vivi rapporti di amicizia a Km di distanza, social che permettono a chi è più egocentrico di diventare un sex symbol con migliaia di follower, social che rendono più senplice la ricerca di lavoro…
Insomma, parafrasando il titolo di un film il Millennial “Mangia, POSTA, Ama”!
Da Millennial sempre connesso, ho sempre considerato i social come un’estensione della tua persona “pubblica”, dove il filo sottile tra ciò che tutti possono sapere di te e la tua intimità dipendono proprio dalla tua abilità a gestire i tuoi profili.
Come il mondo è in continua evoluzione, anche il mondo dei social cerca di evolversi. Addirittura oggi possiamo contare su quelli che scherzosamente definisco “A.Social” dove la caratteristica principale consiste nell’anonimato delle interazioni.
Di questi ne ho selezionati due, cercando di evidenziare l’utilizzo potenziale e l’utilizzo reale che gli utenti iscritti fanno.
1. Ask.fm: il social dei Centennials*
La prima volta che ho sentito parlare di Ask.fm ero insieme alla sorella sedicenne di una mia collega. Mi sono sentito un pezzo d’antiquariato, perchè non avevo neanche in mente cosa fosse.
Ask è un social nato nel 2010 basato su un’interazione “domanda-risposta”, ovvero lo scopo del sito è quello di scrivere domande sul profilo degli altri membri.
Il servizio è basato principalmente sull’anonimato: è possibile scrivere le domande in forma anonima sulla bacheca degli altri utenti e seguire i propri amici senza che loro lo sappiano. Per domandare e rispondere è però necessario registrarsi al sito.
Se un utente riceve una domanda anonima, qualora decida di rispondere, la sua risposta sarà visibile pubblicamente.
Nelle «condizioni di utilizzo», si stabilisce che gli utenti di Ask.fm devono avere almeno 13 anni.
Incuriosito ho deciso di fare una ricerca sul web (quella che in gergo markettaro viene chiamata netnografica), aprendo un account e semplicemente osservare le bacheche pubbliche di 70 utenti scelti a caso.
Cosa ho notato
La prima cosa che è saltata subito all’occhio è che:
- La maggior parte dei profili pubblici (cioè in cui l’utente indica nome e cognome e foto reale) appartenevano a ragazzi dai 15 anni in su (i cosiddetti Centennials* appunto).
- La restante parte di profili consisteva in un profilo fake.
- Non ho visto nessuna interazione particolarmente interessante: domande banali venivano replicate con risposte altrettanto banali.
- In alcuni (fortunatamente pochi) casi, le domande erano inviti a scattare delle selfie in costume da bagno che, almeno nel mio campione di osservazione, sono state tutte rimandate al mittente.
Il fatto che la maggior parte degli utenti di Ask.fm siano minorenni, mi ha fatto sorgere due dubbi che alla fine si sono dimostrati leciti:
- Un social basato sull’anonimato a cui possono accedere i minori non apre uno spiraglio per l’adescamento da parte di pedofili?
- Un social basato sull’anonimato non apre spazio alle cattiverie gratuite?
Mentre il primo dubbio non presenta casi eclatanti, il secondo mi è stato confermato dai centinaia di casi di cyberbullismo registrati in tutto il mondo, addirittura casi di suicidio di adolescenti insultate da utenti anonimi.
Il sondaggio d’opinione del Lo Stagista Parlante
Un bravo marketer in fase di ricerca non può permettersi di saltare subito alle conclusioni, specialmente quando si ha pretesa di fare anche il blogger come me.
Quindi ho deciso di interpellare i nostri lettori, concentrandomi sui giovani dai 15 ai 35 anni, con un piccolo sondaggio di opinione lanciato sul nostro sito intitolato “Tutti pazzi per i Social”-
Oltre a verificare l’utilizzo da parte dei Millennials dei vari social network più conosciuti, ho potuto indagare su Ask.fm. (Per i risultati del sondaggio CLICCA QUI)-
Dei 200 lettori che hanno risposto al sondaggio, il 50% aveva un’età compresa tra i 15-20 anni, e il 46% proveniva dalle regioni del Nord Italia.
Il 63% dei rispondenti ha ammesso di conoscere o di aver sentito parlare di Ask.fm e di questi più della metà lo utilizza o lo ha utilizzato.
Quando chiamati a valutare il social, il campione si è mostrato indifferente nel complesso ma penalizzando l’aspetto caratterizzante di Ask.fm: l’anonimato delle domande (il 63% giudica questo aspetto negativo).
Quando ho cercato di provare ad usare Ask.fm in maniera “intelligente”
Ok, l’anonimato non sta bene a nessuno…ma Ask.fm sta avendo successo! Sono i miei lettori fuori dalla realtà o l’anonimato è la cosa più odiata ma allo stesso tempo più intrigante? La risposta richiederebbe un ulteriore ricerca … (richiederebbe ho detto!)
Ma l’anonimato è molto utile, a livello professionale! Chi lavora nel Marketing Analitico come me, sa quanto sia difficile entrare in contatto con i Centennials.
Beh, Ask.fm ha dato la possibilità al sottoscritto di “intervistare” in anonimo tantissimi di questi ragazzi, che hanno sempre risposto (certo la maggior parte in monosillabi, ma ci si può lavorare!)
2. Sarahah
Quest’estate è stata l’applicazione più scaricata. Sarahah non è un vero e proprio social. Chi la scarica entra a far parte di una rete di contatti che possono inviargli sms in anonimo e il ricevente può scegliere se condividere il messaggio sui suoi social.
Una valanga di apprezzamenti, di insulti o battute divertenti che richiedono dall’altra parte autoironia e poca permalosità.
Si, perchè non è da tutti ricevere messaggi in anonimo…
Beh detta così, Sarahah può sembrare un qualcosa di banale…ma in realtà non nasce per essere usata tra privati: il suo fondatore, un Arabo Saudita impiegato in una multinazionale, ha deciso di creare Sarahah per rendere più facile comunicare le cose che non vanno sul posto di lavoro, per abbattere i limiti rappresentati dalle gerarchie…
Un fine nobile…ma come capita molto spesso di vedere nel mio lavoro, è il consumatore che decide alla fine lo scopo e l’utilizzo di un prodotto.
*Centennials: Termine utilizzato nel mondo del marketing e della ricerca per indicare i giovani nati tra la fine degli anni ’90 e la prima decade del 2000.
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