La mia libertà finisce dove inizia la vostra

Nelle ultime settimane si è discusso molto sulle affermazioni della Dott.ssa Silvana De Mari, medico chirurgo specializzato in psicologia cognitiva e endoscopia, la quale ha definito inizialmente l’omosessualità come una “condizione drammatica per la condizione anorettale” per poi aggiungere che l’omofobia, che per definizione si intende la paura e l’avversione nei confronti dell’omosessualità e quindi delle persone LGBT basata sul pregiudizio, dovrebbe essere “un diritto umano riconosciuto altrimenti salterebbero la libertà di parola e il Cristianesimo”.

La prima affermazione può considerarsi valida dal punto di vista scientifico, o più semplicemente logico, se l’attività sessuale non viene praticata correttamente, come d’altronde tutte le pratiche legate al sesso. Tutto dipende da ciò che noi intendiamo per attività sessuale, se un mero atto di procreazione o un momento di sano amore e erotismo con il nostro partner.

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Inoltre, tralasciando i classici tabù legati al sesso e il nostro essere pudici e riservati riguardo le nostre relazioni, siamo ben consapevoli che il sesso anale é praticato anche da coppie eterosessuali, non possiamo rilegarlo esclusivamente alle coppie omosessuali. Sarebbe troppo facile e diciamolo poco divertente, lasciare questi “peccati” ai nostri amici LGBT.

Con la seconda affermazione il web si é scatenato fino a chiedere la radiazione dall’ordine dei medici della dottoressa.
L’omofobia dovrebbe essere un diritto umano riconosciuto altrimenti salterebbero la libertà di parola e il Cristianesimo?

Considerando l’ articolo 21 c.1 della Costituzione Italiana sulla libertà d’espressione, la dottoressa aveva piena libertà di esprimere questo concetto ( condivisibile o meno a seconda del proprio pensiero ) ma, bisogna tener conto che in Italia anche se numerose volte viene ignorato è presente il principio di laicità dello Stato quindi, il Cristianesimo, af8428de6d2b9e1e219f179d02bd24f5_medium

la fede personale di ognuno dovrebbe c’entrare ben poco in una professione come quella della dottoressa, ma come ben sappiamo questo principio in Italia é sempre stato violato dal mondo cattolico e dalla Chiesa cattolica stessa, come ad esempio le pressioni sul voto riguardo la recente legge sulle unioni civili o esempi meno recenti come la legge 194 sull’aborto.

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La dottoressa ha dichiarato inoltre, che l’omosessualità non è una condizione normale e che la sessualità é solo tra maschi e femmine, riducendo le varie sfaccettature della sessualità alla sola penetrazione uomo-donna. Scientificamente l’omosessualità é sempre stata presente nelle specie animali, storicamente é stata condannata in alcune società o, incentivata in altre come nell’antica grecia e nell’impero romano; affermare la sua inesistenza quindi, sembra del tutto anacronistico.

Ora, le opinioni personali intrise da dogmi religiosi o meno, non dovrebbero attaccare la medicina la quale, l’ha depennata dal Manuale Diagnostico e statistico dei disturbi mentali il 17 Maggio 1990.

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Il presidente dell’Ordine dei medici, intervistato da La Stampa, ha dichiarato che :
“Personalmente quelle della dottoressa, che non conosco, le giudico come affermazioni che non corrispondono a ciò che oggi pensa la Medicina. Del resto lo riconosce anche lei, sostenendo di non essere politicamente corretta. Diciamo che la sua posizione non è nel perimetro delle conoscenze scientifiche”

La dottoressa infine dichiara i gay come la nuova “razza ariana”, come una comunità intoccabile di cui nessun può parlar male. Il paragone con la razza ariana sembrerebbe del tutto fuori luogo, visto che quest’ultima si avvalse del diritto di sopprimere tutti quelli che erano considerati minoranza nei tempi che furono, oltre all’olocausto del popolo ebraico non dobbiamo infatti dimenticare che furono sterminate altre minoranze considerate inferiori: zingari, dissidenti politici, asociali, testimoni di Geova, apolidi, delinquenti comuni, disabili e infine anche gli omosessuali.

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Non sono noti episodi di pestaggio da parte di omosessuali per reprimere la libertà degli eterosessuali. Non si può dire invece il contrario; gli episodi di violenza a sfondo omofobico sono all’ ordine del giorno.

Le opinioni dettate da demagogia o isterismi religiosi, possono ancora avere il diritto di far del male alle persone? Gli omosessuali non sono liberi di amare e fare sesso, come facciamo noi eterosessuali ben accetti dalla società?
Dovremmo far decidere al diritto e alle leggi di questo Stato ciò che é diritto e ciò che non lo é , lo diceva anche Cavour nel lontano 1861 con la semplice espressione “Libera Chiesa in Libero Stato “.

In Italia quanto ancora dovremo aspettare per il rispetto di questo principio ?

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