Bending Spoon e Immuni, come i giovani si riprendono il posto loro in Italia
Ci avviamo, si spera, verso la fase 2 di questa pandemia.
Prima o poi i motori devono ripartire ma ci vogliono regole nuove e nuovi strumenti per far si che i sacrifici fatti fino ad ora non siano stati vani.
Fondamentale sarà il lancio di una nuova App chiamata “IMMUNI”, che aiuterà a tracciare e monitorare la diffusione dei contagi da Covid-19.
L’azienda scelta dal governo si chiama Bending Spoon che sta collaborando insieme all’agenzia di marketing Jakala, a quella di geolocalizzazione GeoUniq, al Centro Medico Sant’Agostino, e all’avvocato esperto di privacy Giuseppe Vaciago.
Hanno tutti detto che era una Start-Up ma in maniera impropria perchè è una azienda collaudata da ormai sette anni.
Chi è Bending Spoon
L’azienda ha sede a Milano ma è nata nel 2014 in Danimarca.
5 ragazzi tutti trentenni, un danese e quattro italiani (Luca Ferrari, Francesco Patarnello, Matteo Danieli e Luca Querella) durante gli studi nella capitale scandinava hanno dato il via ad una start-up per creare nuove App che presto è diventata leader di mercato in tutta Europa!
Viva l’Erasmus quindi!
Adesso l’azienda conta più di 140 persone tra programmatori, ingegneri, designer con una media anagrafica di 28 anni, insomma una azienda tutta Millennial.
Tra le App di miglior successo c’è LiveQuiz popolarissima app di quiz con cui è possibile vincere piccole somme.
Bending Spoon non ci guadagnerà
Il contratto stipulato con l’alto commissario del governo Arcuri vede l’azienda Milanese cedere gratuitamente i software che saranno anche open source, ovvero chiunque del mestiere una volta lanciata la App (prima su una regione test e poi in tutto il territorio nazionale) potrà apportare delle migliorie alle funzionalità.
Come si legge nell’ordinanza, Bending Spoom si muove “esclusivamente per spirito di solidarietà e, quindi, al solo scopo di fornire un proprio contributo, volontario e personale, utile per fronteggiare l’emergenza da COVID-19 in atto, ha manifestato la volontà di concedere in licenza d’uso aperta, gratuita e perpetua, al Commissario straordinario per l’attuazione e il coordinamento delle misure di contenimento e contrasto dell’emergenza epidemiologica COVID-19 e alla Presidenza del Consiglio dei ministri, il codice sorgente e tutte le componenti applicative facenti parte del sistema di contact tracing già sviluppate, nonché, per le medesime ragioni e motivazioni e sempre a titolo gratuito, ha manifestato la propria disponibilità a completare gli sviluppi informatici che si renderanno necessari per consentire la messa in esercizio del sistema nazionale di contact tracing digitale.”
Come funzionerà IMMUNI?
Una volta scaricata (su base volontaria) la App, l’utente sarà in grado di inserire in anonimo tutti i dati riguardo alle sue condizioni di salute in una sorta di diario clinico. Si può comunicare quindi se si hanno tosse, raffreddore, perdita dell’olfatto e simili. I dati così raccolti permettono di prevedere se ci sono delle zone in cui si sta diffondendo il contagio e di fare test mirati sulle comunità che hanno una maggiore probabilità di essere infette.
Avrà un sistema di rilevamento delle distanze che parmetterà di essere avvertiti se nelle ultime due settimane si è entrati in contatto con un infetto.
I dati saranno salvati sul telefonino o, qualora il governo lo decidesse, su dei server indicati. Gli ideatori della App hanno disposto un menù con tutte le caratteristiche tecniche e solo e soltanto il governo deciderà quali attivare
Come la mettiamo con la Privacy?
Il problema della privacy è una legittima obiezione che fanno in molti. Amnesty International in un suo articolo ha sottolineato quanto sia necessaria cautela per impedire che delle strumentazioni di questo tipo possano essere una tentazione da parte dei governi di controllare la vita dei cittadini specialmente in Paesi meno democratici del nostro. Va da se quindi, che una volta terminata l’emergenza così come Immuni è arrivata nelle nostre vite dovrà andarsene.
Innanzitutto è da precisare che la App non chiede l’inserimento di dati anagrafici o di numeri di telefono per funzionare. L’amministratore del Centro Medico Sant’Agostino Luca Foresti ha detto, in tutta trasparenza,in una intervista al Corriere della Sera, che la App è abilitata per tracciare gli spostamenti con il GPS ma attivare anche questa funzione dipenderà dal governo.
“L’App è prevista per poter usare due strumenti: uno è il low energy bluetooth, che rileva le persone nelle vicinanze (se hanno a loro volta scaricato la app). È la componente fondamentale. Poi c’è anche il Gps, che invece permette di georeferenziare il telefono, cioè di vedere i suoi spostamenti nello spazio: il governo deve decidere se usare anche questo. Entrambi gli strumenti raccolgono dati in modo anonimo”.
Nonostante tutte queste accortezze e rassicurazioni è evidente che la privacy di chi scaricherà la App, anche se di poco, verrà meno.
Ma dopotutto quante volte cediamo a Google, a Apple, o a Facebook i nostri dati? Queste aziende li usano per poterci sottoporre pubblicità mirate basate sui nostri gusti, sulle nostre abitudini, sui nostri spostamenti nei locali che visitiamo!
In questo caso si dovrebbe cedere parte del nostro diritto alla privacy per qualcosa di veramente più grande che è la salute pubblica e il diritto di tutti noi di veder ripartire, in un modo o nell’altro, la nostra nazione e la nostra vita.
TUTTI I DIRITTI SONO RISERVATI A LO STAGISTA PARLANTE AI SENSI DELLA LEGGE 248/2000 DELLA REP.ITALIANA