Don Chisciotte e i mulini a vento del mercato del lavoro






Il corso della storia è un fiume un po’ speciale. Avanza lentamente, a volte si ripiega in sé stesso o accelera improvvisamente. Il mercato del Lavoro in Italia e in altri paesi occidentali ha iniziato una continua involuzione su sé stesso, richiudendosi in una cornice barocca creata ad hoc dagli eccessi del nostro modello politico ed economico, in attesa di un forte evento futuro pronto a sconvolgerne la struttura stessa.

Il barocco richiama il senso di “inquietudine e mobilità” declinato in opere artistiche contorte e spirali architettoniche complesse ed esuberanti, dove la realtà passa in secondo piano rispetto alla teatralità da trasmettere.

I processi di selezione per un posto di lavoro hanno assunto questi connotati barocchi rispetto alla realtà di riferimento. Per cui, ad esempio, non esiste quasi nessun annuncio di lavoro in cui non si vada alla ricerca di “talenti” pronti a lavorare in un “ambiente dinamico”, ovviamente con quelle diverse sfumature di flessibilità che non mancano mai.

Una società in cui si assumano solo i talenti è una società destinata a fallire.

Il diritto ad una occupazione dignitosa ed economicamente sostenibile trascende il solito pacchetto di presentazione formato da una laurea a pieni voti e in tempo, esperienze lavorative e all’estero pregresse, conoscenza di venti lingue e diversi programmi informatici mentre nel frattempo si prova a salvare il mondo tramite qualche esperienza di volontariato.

Il tutto ovviamente da pagare il meno possibile, anche se la cifra sia talmente bassa da non garantire all’autosufficienza al “talento” che si prepara a lavorare, magari con mansioni professionali travestite da “stage” infiniti o finte partite iva.




Il sistema di valori di un paio di generazioni fa, rappresentato dall’idea di stabilità familiare e lavorativa da garantire a chiunque avesse una seria volontà di farlo, sembra spazzato via da valori senza qualità come la flessibilità, in una spirale in cui nessuno sembra più avere la responsabilità nascondendosi dietro l’idea del “mercato”.

Il lavoro è funzionale al raggiungimento di una buona qualità della vita, non potrà mai essere in sé il fine di una vita di una persona o avere esclusivamente un valore economico.

Altrimenti continueremo ad essere dei piccoli Don Chisciotte in sella al nostro CV Ronzinante a combattere contro dei mulini a vento pronti a metterci l’uno contro l’altro per ottenere un posto di lavoro.

 

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